In questi giorni di confinamento, la maggior dei cittadini non si è risparmiata e in molti casi ha lavorato e lavora più di prima. Fra questi ci sono i ricercatori di tutto il mondo che da casa hanno duplicato il loro lavoro in una corsa alla ricerca del miglior metodo diagnostico, di un trattamento farmacologico adeguato o del vaccino per sconfiggere il COVID-19.
Questo breve articolo riporta alcune delle iniziative che la Direzione Generale Ricerca & Innovazione della Commissione europea ha intrapreso nei mesi scorsi.
A che punto siamo in Europa?
Nelle prime settimane di gennaio, la Commissione europea si è attivata consultando altre agenzie a livello europeo e mondiale per decidere rapidamente una strategia. In Europa molti di noi erano ancora tranquilli, eppure il problema ci riguardava da vicino. In quei giorni è stato cruciale il ruolo di una rete internazionale,
GloPID-R, ovvero Global Research Collaboration for Infectious Diseases Preparedness. I 29 membri di GloPID-R – fra i quali anche il Ministero della Salute in Italia – hanno rapidamente deciso che era opportuno rendere disponibili dei finanziamenti ad hoc. Il 30 gennaio scorso, pertanto, giorno della dichiarazione dell’epidemia da COVID-19, la Commissione europea pubblicava il suo primo bando per una expression of interest, con scadenza il 12 febbraio, e per la quale venivano stanziati 10 milioni di euro. Si attendevano una manciata di proposte, vista la breve scadenza, ma ne sono arrivate una novantina. Nel corso del mese di febbraio la situazione ha iniziato a diventare seria. Bisognava fare di più. Rapidamente sono stati raccolti altri fondi e nel corso del mese di marzo si è riusciti ad arrivare alla somma di 48,2 milioni di euro, che hanno permesso di finanziare 18 proposte, molte delle cui ricerche sono iniziate già ai primi dello scorso aprile. Nel frattempo si è mobilizzata anche la Innovative Medicines Initiative (IMI) che ha pubblicato un altro bando. La valutazione è appena terminata e 8 consorzi riceveranno un contributo di circa 72 milioni di euro dalla Commissione europea, a cui si aggiungeranno altri 45 milioni dell’industria. Un’altra iniziativa ha riguardato il finanziamento dato attraverso la Banca Europea degli Investimenti alla società CureVac. Come ha ricordato la Commissaria Mariya Gabriel, è essenziale che rispondiamo in modo coordinato con finanziamenti all’eccellenza nel campo della ricerca e innovazione. E CureVac era stata la prima società a vincere un premio speciale (inducement prize) nel 2014.
Ma non è tutto. In marzo c’è stato anche un bando del Consiglio Europeo dell’Innovazione (EIC), il cosiddetto EIC Accelerator. Anche in questo caso, al contributo iniziale di 164 milioni di euro, ne sono stati aggiunti altri 150 milioni per poter finanziare idee innovative e rivoluzionarie da parte di quelle piccole e medie imprese che avevano focalizzato le loro attività sul COVID-19. Last but not least, la Commissione ha pubblicato lo scorso 19 maggio un secondo bando COVID-19, per il quale sono stati stanziati 122 milioni di euro.
Il bando presenta varie aree e tematiche di ricerca che serviranno a completare gli obiettivi dei bandi precedenti. In particolare il bando si articola su: ri-orientamento dell’industria manifatturiera verso prodotti sanitari specifici, uso di tecnologie mediche e intelligenza artificiale per controllare il contagio, impatto socio-economico della pandemia e studi di coorte paneuropei.
La Commissione europea ha fatto anche uno sforzo parallelo sull’aspetto comunicazione.
Il sito web COVID-19, pubblicato a metà marzo, raccoglie tutte le iniziative degli ultimi mesi della Commissione europea. A questo si affianca un sito di fake news, che la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha voluto poiché la lotta alle informazioni false o sbagliate sul COVID-19 aiuta a salvare vite umane.
Ma questa pandemia è stata completamente una sorpresa?
L’epidemia e la pandemia da COVID- 19 sono stati, sì, una sorpresa, ma non completamente. È stato calcolato che nel periodo 2007-2019, riguardanti il Settimo Programma Quadro e Horizon 2020, la Commissione europea ha investito circa 4 miliardi di euro sulla ricerca nel campo delle malattie infettive, compresi non solo i programmi specifici sulla salute dei due Programmi Quadro, ma anche i progetti di IMI e del European and Developing Countries Clinical Trials Partnership. La Commissione europea già negli anni scorsi aveva lanciato dei bandi in seguito alle epidemie di virus Ebola e ZIKA. La possibilità e la necessità di rispondere subito con progetti di ricerca – e non solo di salute pubblica – a possibili epidemie era già presente all’interno della Commissione europea e di molte altre agenzie a livello mondiale. L’iniziativa GloPID-R, già menzionata, è nata nel 2013 proprio con questo obiettivo. Attualmente una delle pagine web di GloPID-R è dedicata al COVID-19. Inoltre, il ruolo di Osservatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in GloPID-R fa sì che ci siano costantemente scambi e informazioni sull’evoluzione del COVID-19.
Inoltre investimenti sono stati fatti in vari ambiti. La Commissione europea ha contattato tutti i coordinatori dei progetti in corso, in ambiti rilevanti per il COVID-19, ad esempio progetti su altri tipi di virus o progetti su materiali utili per mascherine, chiedendo loro se erano interessati a riorientare alcune delle loro ricerche e contribuire così a rispondere ai bisogni urgenti in vari ambiti di ricerca. La pagina del Funding and Tender Opportunities raccoglie anche questi progetti.
Cosa fare di più?
Si può fare di più se si lavora insieme. Insieme alla Commissione europea vari Paesi europei hanno pubblicato bandi sul COVID-19. La Commissione europea e i 27 Paesi Membri hanno pubblicato lo scorso 10 aprile il documento ERAvsCORONA un piano d’azione articolato in 10 punti da realizzare nel breve/medio termine. Il documento sottolinea il bisogno di coordinarsi, realizzare studi clinici su larga scala, sollecitare ulteriori fonti di finanziamento per start-up e Piccole e Medie Imprese eccellenti, ecc. Molti dei 10 punti sono stati già realizzati, come ad esempio il punto 3, con il bando pubblicato lo scorso 19 maggio.
Ma non basta la cooperazione europea. È importante la cooperazione a livello internazionale visto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che ad oggi sono 215 i Paesi, le aree o territori interessati dal COVID- 19. Lo scorso 4 maggio la Presidente von der Leyen ha coordinato un evento mondiale, Coronavirus Global Response, al fine di unire le forze e fare in modo che nessuno sia lasciato indietro nella lotta al COVID-19. La Commissione europea ha contribuito con 1 miliardo di euro attraverso finanziamenti di Horizon 2020. La somma prevista di 7,5 miliardi di euro è stata superata grazie alla generosità di tanti Paesi che hanno prontamente risposto.
I pareri espressi impegnano soltanto l’autrice e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione europea.
Questo articolo è stato pubblicato in APREmagazine n 13 del giugno/2020