Il budget ripartito tra le quattro parti di Horizon Europe
Gli accordi politici di inizio dicembre – il primo raggiunto dai capi di stato e di governo sul Quadro finanziario pluriennale e sul pacchetto di ripresa europeo, il secondo trovato tra Parlamento e Consiglio, d’intesa con la Commissione, sui testi legislativi di Horizon Europe – hanno fissato la dotazione finanziaria complessiva del prossimo programma quadro dell’Ue per la Ricerca & Innovazione a 95,5 miliardi di euro (in prezzi correnti): 90,1 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5,4 dallo strumento di ripresa Next Generation EU. Il punto di caduta finale rappresenta un aumento significativo (+24%) rispetto ai 77 miliardi di Horizon 2020 e segna nel complesso un ottimo risultato per la R&I europea, ritoccando al rialzo non solo la posizione finale del Consiglio (90,9 miliardi complessivi), ma anche la prima proposta della Commissione Juncker, che nel maggio 2018 propose per il nuovo programma una dotazione di 94,1 miliardi.
In attesa che gli accordi politici vengano ratificati da Parlamento e Consiglio e che i testi finali di Horizon Europe siano adottati e resi pubblici, è possibile analizzare l’articolazione definitiva della dotazione finanziaria tra i tre pilastri (più uno) e le diverse tematiche del nuovo programma (la ripartizione dei finanziamenti è stata fatta filtrare da ambienti parlamentari sabato 12 dicembre, la tabella sottostante è frutto di una nostra rielaborazione semplificata).
L’accordo finale su Horizon Europe assegna al primo pilastro Excellent Science 25 miliardi, riportando l’entità del sostegno all’eccellenza scientifica e alla ricerca fondamentale a una cifra vicina a quella proposta inizialmente dalla Commissione (25,8 mld) e in rialzo rispetto alla posizione degli Stati membri (23,1 mld). Il primo asse del nuovo programma beneficia infatti significativamente (1,7 mld) dei 4,5 miliardi di fondi aggiuntivi “strappati” dagli eurodeputati per Horizon nell’ambito dell’accordo sul bilancio pluriennale. L’aumento più cospicuo rispetto alla posizione del Consiglio (1,1 mld) va allo European Research Council, che beneficerà di 16 miliardi complessivi nei sette anni di programma, mentre le MSCA e le Infrastrutture di ricerca si attestano rispettivamente a 6,6 e 2,4 miliardi, in leggero rialzo rispetto alle proposte dei 27 Paesi.
Il secondo pilastro conferma, senza sorprese, la fetta più ampia (56%) della dotazione del programma quadro. La cifra finale dedicata alle sfide globali e alla competitività industriale europea (53,5 mld) segna un aumento non trascurabile sia rispetto alla posizione del Consiglio (51,2 mld) che alla proposta iniziale della Commissione (52,7 mld). L’approdo è frutto, da un lato, della decisione di assegnare i tre quarti dei 5,4 miliardi di finanziamenti supplementari provenienti da Next Generation EU ai Cluster 1, 4 e 5 (‘Health’, ‘Digital, Industry and Space’ e ‘Climate, Energy Mobility’), in linea con l’impianto proposto dall’esecutivo von der Leyen a maggio scorso e confermato dagli Stati membri a settembre. Dall’altro, il secondo pilastro risulta avvantaggiato anche dall’assegnazione dei fondi aggiuntivi conquistati dal Parlamento europeo: 2,4 miliardi in più, di cui oltre 1 miliardo a beneficio del secondo cluster Culture, Creativity and Inclusive Society. Alla fine, i cluster Digital, Industry and Space’ (15,3 mld) e ‘Climate, Energy Mobility’ (15,1 mld) confermano le dotazioni più importanti, ritoccando al rialzo i 15 miliardi previsti per entrambi dalla prima proposta della Commissione, seguiti dai cluster Food, Bioeconomy, Natural Resources, Agriculture and Environment (9 miliardi), Health (8,2 mld, circa mezzo miliardo in più rispetto alla prima proposta della Commissione) e Culture, Creativity and Inclusive Society (2,3 mld), dalle azioni del Joint Research Center (2 mld) e dal cluster Civil Security for Society (1,6 mld).
Il terzo pilastro Innovative Europe si attesta sostanzialmente (13,6 miliardi) sulle cifre proposte dalla Commissione due anni e mezzo fa. Allo European Innovation Council verranno destinati complessivamente nei sette anni di programma 10,1 miliardi (di cui 1,35 provenienti da NGEU), una cifra in linea sia con la proposta dell’esecutivo Juncker (10 mld, i quali però non prevedevano l’apporto di fondi supplementari del piano di ripresa) sia della posizione del Consiglio (10,1 mld). L’accordo dell’11 dicembre riporta invece il bilancio dello EIT – European Institute of Innovation and Technology ai livelli della proposta dell’esecutivo Ue (3 mdl, circa 300 milioni in più della posizione degli Stati membri), mentre restano praticamente invariati i finanziamenti destinati agli ecosistemi dell’innovazione (528 milioni).
La quarta parte di Horizon Europe, dedicata alle azioni Widening e al rafforzamento dello Spazio europeo della ricerca, esce più che rafforzata dal negoziato legislativo, soprattutto in virtù delle disposizioni previste dal primo accordo istituzionale (aprile 2019) che ne blindavano la dotazione finanziaria. Alla quarta sezione del nuovo programma spetteranno in totale 3,4 miliardi (di cui 2,95 per le azioni Widening), cifra superiore sia ai 3,2 mld concordati dal Consiglio sia, soprattutto, alla proposta iniziale della Commissione (2,1 mld).
Aggiornamento 17/12/2020, ore 10:00 – Una versione precedente di questo articolo riportava cifre leggermente diverse sulla ripartizione delle singole tematiche
Fonte: Verso Horizon Europe