Il Parlamento europeo si pronuncia a favore di un quadro etico per garantire che l’uso dell’IA rispetti i valori dell’Unione
L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) deve prevenire pregiudizi di genere, sociali e culturali e proteggere la diversità linguistica, «pietre miliari dei diritti e dei valori fondamentali della nostra società». È quanto emerge dalla risoluzione adottata con 623 voti a favore dai membri del Parlamento europeo, che vogliono rimarcare l’importanza dei valori etici europei alla base dell’uso, in ambito educativo e culturale, delle tecnologie sviluppate grazie all’IA.
Con questa risoluzione il Parlamento europeo «invita la Commissione europea e tutti gli Stati membri a tenere conto degli aspetti etici, anche da una prospettiva di genere, nell’elaborazione delle politiche e della legislazione in materia di IA e, se necessario, ad adeguare l’attuale legislazione, inclusi i programmi dell’Unione e gli orientamenti etici in materia di utilizzo dell’IA».
I parlamentari chiedono lo sviluppo di indicatori specifici per misurare le diversità e garantire che le raccomandazioni contenute negli algoritmi, specie nei servizi di streaming audio e video, non influiscano negativamente sulla diversità culturale e linguistica dell’Unione.
L’attenzione è posta anche sulla diffusione di fake news. Il quadro etico delineato dovrà stabilire il modo in cui le tecnologie di intelligenza artificiale vengono utilizzate dai media per garantire alle persone l’accesso a contenuti linguisticamente e culturalmente diversi e, in ultima analisi, vigilare sull’uso improprio di queste tecnologie per la diffusione di false notizie.
«Per anni abbiamo lottato contro la discriminazione, per mantenere la nostra diversità culturale e linguistica, e questi valori devono riflettersi negli algoritmi e negli usi delle tecnologie IA» afferma la rapporteur Sabine Verheyen. Si è inoltre ribadita la necessità di ridurre le cosiddette filter bubbles (bolle di filtraggio) cioè quel sistema che rende iper-personalizzati i risultati di una ricerca online, tracciando di fatto uno storico degli interessi dell’utente. In questo modo, dice Verheyen, «le persone potranno avere un’idea migliore della cultura offerta» e si potrà garantire maggiore trasparenza per tutti i consumatori.
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