“Senza la ricerca fondamentale non c’è innovazione” - APRE

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La Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Maria Chiara Carrozza alla Conferenza Annuale 2022 di APRE: “Oggi gli Stati hanno assunto un ruolo chiave nel dettare l’agenda europea”.

I passaggi chiave dell’intervento della Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza alla Conferenza Annuale 2022 di APRE

Rispetto agli anni passati, c’è oggi in Italia una maggiore maturità e consapevolezza nei confronti dei temi che riguardano la Ricerca europea. Una consapevolezza che secondo la Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza “aiuta a capire l’evoluzione di Horizon Europe e come possa rafforzarsi la strategia italiana in questo ambito”. Intervenuta alla Conferenza Annuale 2022 di APRE, Carrozza ha spiegato come, dati alla mano, “per quanto riguarda l’adesione italiana, c’è sicuramente una maggiore diffusione dell’agenda europea e partecipare a HE fa ormai parte del background, della missione e delle strategie di tutte le Università e gli enti di ricerca italiani”.
“Il primo aspetto da tenere presente è che HE nel tempo è cambiato profondamente”, continua la Presidente del CNR. “Riprendendo il titolo della Conferenza, Innovare nella complessità, oggi HE è un programma complesso fatto dall’integrazione di diversi programmi e progetti che hanno finalità e modalità di partecipazione completamente diverse”.

Secondo Carrozza, “gli Stati membri oggi ricoprono un ruolo che li vede maggiormente protagonisti dopo anni in cui a dettare la strategia era solo la Commissione europea. Diventa difficile proporre o produrre una politica della ricerca e dell’innovazione indipendente senza l’appoggio e il sostegno della propria Agenzia nazionale di riferimento, nel nostro caso del Ministero, soprattutto nella partecipazione ai programmi dei partenariati europei”.

Per quanto riguarda l’European Research Council, Carrozza ha parlato di come questo importante programma europeo promuova la leadership individuale e una maggiore libertà di progettazione e programmazione svincolata da un contesto definito e programmatico. È attraverso questo tipo di approccio che si può raggiungere una maggiore capacità di sviluppare e creare, affiancando la libertà della ricerca e dell’eccellenza scientifica. Un passaggio sulla metodologia di valutazione delle partnership europee, “che sono in un certo senso speculari e complementari all’ERC: sono strumenti pensati per colmare i divari, per creare sviluppo, per coinvolgere in maniera più equilibrata o per lanciare o recuperare nuovi settori, come ad esempio la tecnologia quantistica, nella quale c’è stato uno straordinario sviluppo. Senza i partenariati non sarebbe stato possibile raggiungere questi risultati, perché la trasformazione di scienza in tecnologia deve prevedere alleanze pubblico-private e non può solo proveniente dalla leadership dei ricercatori”.

“Come CNR stiamo per partire con una grande ricognizione in cui abbandoneremo i settori scientifico-disciplinari per lasciare ai ricercatori una maggiore libertà di uscire dal proprio ambito prevalente e definire degli ambiti aggiuntivi per tornare alla multidisciplinarità come dimensione fondamentale per la ricerca, che ritengo si integri meglio ai trend a livello globale”.

“I messaggi che ci arrivano e che ci sono arrivati negli ultimi mesi – ha concluso la Presidente Carrozza – sono molto chiari: non possiamo pensare di finanziare solo l’innovazione senza la ricerca fondamentale. Un ente di ricerca può scegliere delle strategie dove si prevedono uno o due programmi prevalenti ma deve essere chiaro che a livello sistemico deve esserci una copertura totale. Un paese come il nostro non può pesare di perseguire l’innovazione nel senso stretto senza le fondamenta su cui edificare lo sviluppo”.

 

Questo articolo è tratto da APREmagazine n. 20 di Dicembre/2022

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