Un budget ambizioso per Horizon Europe. A pochi passi dal traguardo finale - APRE
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A poche settimane dalla fine del 2020 iniziano finalmente a venir meno molte incertezze sulle tempistiche necessarie per l’adozione della base legale di Horizon Europe (Regolamento – Programma Quadro; Decisione – Programma Specifico), il prossimo Programma europeo per la Ricerca e Innovazione che coprirà il settennio 2021 – 2027. Il percorso infatti sembra ormai più chiaro e definito.

Ricordiamo infatti che ad aprile 2019 era stato raggiunto un accordo interistituzionale che definiva un testo consolidato del Programma lasciando fuori però tre grandi temi, su cui ancora le Istituzioni non avevano trovato convergenza. In particolare trattasi di tre fondamentali aspetti orizzontali: il bilancio complessivo del programma e la sua articolazione interna; le norme sull’associazione dei paesi terzi; le sinergie con gli altri programmi settoriali.

Negli ultimi mesi il processo legislativo ha subito una notevole accelerazione al fine di arrivare alla finalizzazione dei testi legislativi e alla relativa adozione entro il 2020. I progressi compiuti hanno condotto alla riapertura dei negoziati interistituzionali (triloghi) tra Consiglio, Parlamento e Commissione, con la forte spinta della Presidenza tedesca che aveva previsto i passaggi finali in Consiglio e Parlamento tra novembre e dicembre 2020.

Naturalmente l’oggetto del negoziato è costituito dai tre aspetti rimasti esclusi dal compromesso dell’aprile 2019, temi complessi anche perché interconnessi ad altri importanti dossier europei. In particolare, ciò che rappresenta più di tutti un complicato nodo da sciogliere è la questione budget. Infatti, la determinazione del bilancio complessivo destinato ad Horizon Europe è subordinata alla definizione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021 – 2027 su cui solo negli ultimi mesi si sono susseguiti considerevoli passi avanti.

Nel luglio scorso è stato raggiunto l’accordo in seno al Consiglio europeo sul QFP, fissandolo a 1074 miliardi di euro, convergendo altresì sul Piano per la ripresa, aggiungendo così ulteriori 750 miliardi tramite Next Generation EU. Possiamo certamente definire storico il risultato raggiunto, tuttavia, guardando nello specifico alla Ricerca e Innovazione non possiamo dire altrettanto. Infatti, l’accordo tra gli Stati membri prevedeva una sensibile riduzione della dotazione finanziaria di Horizon Europe che veniva fissata a 80,9 miliardi (in prezzi 2018), di cui 75,9 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5 dal nuovo strumento per la ripresa Next Generation EU. Ben 13,5 miliardi in meno rispetto alla proposta della Commissione.

In tal contesto, considerato il deludente risultato, si è verificata una pronta e massiva reazione da parte della R&I europea, mediante differenti azioni e attraverso molteplici canali per condannare i tagli al budget di Horizon Europe. Il fronte italiano non è stato da meno, la mobilitazione tra gli stakeholders nazionali si è resa necessaria proprio in virtù della crucialità della questione, in particolare in questo preciso momento storico. Ed è così che anche il GIURI (il Gruppo Informale degli Uffici di Rappresentanza Italiani per la Ricerca e Innovazione a Bruxelles), network coordinato da APRE a cui partecipano importanti stakeholders nazionali, ha prontamente reagito, lanciando un appello al Parlamento europeo (Istituzione che dovrà fornire l’approvazione finale al QFP) per evidenziare la gravità dei tagli apportati al budget della Ricerca & Innovazione.

A tutto ciò ha fatto seguito una buona notizia giunta proprio nelle scorse settimane. Infatti, il 10 novembre scorso, dopo due mesi di negoziato, il Parlamento europeo e la Presidenza tedesca del Consiglio hanno trovato un accordo sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale e su Next Generation EU. Come auspicato dal mondo della R&I, la dotazione finanziaria di Horizon Europe viene infatti rinforzata con ulteriori 4 miliardi di euro, arrivando così complessivamente a 84,9 miliardi (in prezzi 2018). La notizia è stata accolta con favore da tutti gli stakeholders attivi nella ricerca e innovazione, così come all’interno del GIURI, orgogliosi di aver giocato un ruolo in questa partita ma soprattutto di aver ottenuto un soddisfacente risultato.

E così, proprio nel corso dell’ultimo Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre scorso è stato raggiunto l’accordo finale sul QFP tra i Capi di Stato e di Governo europei. Vengono così confermati gli importi sopra specificati per Horizon Europe, che in prezzi correnti corrisponderebbero a 95,5 miliardi di euro, di cui 90,1 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5,4 da Next Generation EU, esito certamente positivo per la R&I europea. Ma non solo, a seguito di questo essenziale passaggio è stato possibile aggiungere un ulteriore importante tassello, che ci avvicina ancora di più all’adozione finale del Regolamento del prossimo Programma Quadro. Infatti, l’11 dicembre scorso, alle prime ore dell’alba è giunta la notizia dal raggiungimento dell’accordo politico tra Parlamento e Consiglio, d’intesa con la Commissione, sui testi legislativi di Horizon Europe, definendo i tre aspetti rimasti esclusi dal testo consolidato dell’aprile 2019, tra cui la ripartizione interna del budget (V. Tabella). Pertanto, a pochi giorni dal termine del 2020 e nonostante il travagliato percorso, la situazione sembrerebbe oramai assestarsi andando verso l’adozione finale del QFP e della base legale di Horizon Europe, che dovrebbe giungere entro gennaio 2021, e che porta con sé una dotazione finanziaria interessante e ambiziosa per la R&I europea, all’altezza delle sfide che ci attendono.

 

Questo articolo è stato pubblicato in APREmagazine n 14 del dicembre/2020

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