In vista della nuova programmazione per la Ricerca e l’Innovazione 2021-27 con Horizon Europe, è nata l’esigenza di un approfondimento sull’andamento e il posizionamento dell’Europa, e in particolare dell’Italia, nell’ambito della Salute (Sfida Sociale 1) nel programma concluso a fine 2020. Il settore Salute rappresenta infatti un settore di importanza strategica a livello economico e sociale per il nostro Paese come per l’intera Unione europea.
Le analisi sui dati disponibili per tanto evidenziano i punti caratterizzanti la partecipazione italiana da considerare nella programmazione per la ricerca e l’innovazione attualmente in corso, Horizon Europe (2021 -27). La nuova pubblicazione APREdati costituisce dunque uno strumento di analisi e valutazione per il posizionamento e il lavoro da fare nel presente e nel futuro.
Il posizionamento italiano in Horizon 2020 nel settore Salute
Complessivamente l’Italia si è posizionata con un risultato discreto in Horizon 2020 nel settore Salute, collocandosi al sesto posto per contributo europeo ricevuto (422 milioni di euro, 8% del totale) e al quinto per la numerosità della sua partecipazione finanziata (1027, 8,6% del totale). A livello europeo gli enti accademici ricevono circa il 45% del contributo totale (2,3 miliardi di euro) avendo il 36% delle partecipazioni finanziate.
Un confronto con i competitor europei
I nostri principali competitors sono, nell’ ordine, la Germania, Il Regno Unito, l’Olanda, la Francia e la Spagna. Tra i paesi europei, l’Italia collabora in maniera rilevante soprattutto con i paesi che si collocano nella Top-4; Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. Pur attestandosi al quinto posto nella classifica totale dei coordinamenti vinti nell’ambito della Sfida Sociale 1 (SC1) con 93 coordinamenti, riceve un contributo finanziario ben inferiore ai suoi competitors principali.
Caso emblematico è il confronto con la Francia, che con 90 coordinamenti riceve un contributo di 157 milioni di euro; L’Italia ne riceve circa la metà (79.9 milioni di euro). Per quanto riguarda la tipologia di enti italiani partecipanti, gli enti accademici sono quelli che hanno avuto un maggior contributo EU, seguiti dai centri di ricerca ed enti privati for-profit. Invece, dal punto di vista del coordinamento italiano, i centri di ricerca, gli enti privati for-profit e gli enti accademici sono in quest’ordine i primi per contributo ricevuto.
Il tasso di successo a coordinamento a livello europeo è del 12%, l’Italia, con circa il 7%, rimane più o meno in linea rispetto al precedente programma quadro (FP7). Il tasso di successo italiano sui coordinamenti è arrivato a raddoppiarsi alla fine del programma rispetto ai primi anni, ciò dimostra un miglioramento nella qualità della progettazione e una miglior comprensione delle dinamiche di Horizon 2020.
PMI, SME-Instrument e IMI-2 (Innovative Medicine Initiative)
Le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane coinvolte nella ricerca collaborativa rappresentano il 7,3% del totale delle PMI finanziate a livello europeo, mentre i paesi top-5 vincitori hanno percentuali di coinvolgimento di PMI più elevate (tra l’8% e il 13%). Certamente la partecipazione delle PMI risulta essere un importante fattore di successo.
Per quanto riguarda i topics SC1 con lo schema di finanziamento SME-Instrument pubblicati tra gli anni 2014 e 2017, l’Italia si è posizionata al terzo posto con 40 partecipazioni finanziate (35 coordinamenti), dietro la Spagna e Regno Unito, e con un rientro di 12,6 milioni di euro, che classifica l’Italia invece all’ottavo posto per contributo ricevuto.
L’Italia, nel programma IMI-2 (Innovative Medicine Initiative), ha ricevuto un rientro finanziario di circa 60 milioni di euro posizionandosi al settimo posto rispetto al Regno Unito, che con 275 milioni di euro è al primo posto. Sulla partecipazione, l’Italia è al sesto posto con 138 rispetto ai 442 del Regno Unito.
A livello italiano, gli enti accademici pur avendo una maggior partecipazione al programma sono secondi per contributo ricevuto dopo i centri di ricerca. Entrambi insieme rappresentano il 90% del budget ricevuto dall’Italia. L’Italia dovrebbe certamente puntare ad aumentare il suo coinvolgimento complessivo nel futuro programma IHI (Innovative Health Initiative) ed in particolare per le sue PMI e per la sua rete ospedaliera.
Da Horizon 2020 a Horizon Europe
Digital health, rare diseases, chronic diseases e non-communicable diseases sono state le tematiche di maggior interesse e successo per l’Italia durante il programma Horizon 2020 considerando che proprio il maggior numero di progetti vengono presentati su
questi macro temi. Sarebbe strategico nell’attuale programmazione nazionale focalizzare gli investimenti di ricerca e innovazione a supporto di queste aree, consentendo così una maggior presenza italiana nei consorzi (anche in termini di budget) sia come partner sia come coordinatori. L’Italia dovrebbe puntare ad aumentare il coinvolgimento della rete ospedaliera e il suo sistema sanitario soprattutto quando si tratta di progetti di spiccata rilevanza clinica la cui effettiva implementazione porterebbe anche a una ricaduta sui sistemi regionali.
Un importante elemento su cui lavorare nel nuovo programma quadro Horizon Europe dovrebbe riguardare l’implementazione a livello nazionale delle misure di supporto che consentano di avere maggiori risorse e competenze di coordinamento. L’obiettivo è quello di ottenere un più alto numero di coordinamenti, nelle aree di ricerca più strategiche per il paese, considerato che il ruolo di coordinatore garantisce una maggiore visibilità e maggiori risorse per svolgere le attività di ricerca. L’Italia dovrebbe aumentare il rientro di contributo europeo non soltanto partecipando in maniera strategica e più coordinata al programma, ma soprattutto incrementando il ruolo (scientifico, tecnologico e sulle componenti trasversali) giocato nei progetti e nel contempo il suo peso finanziario all’interno di ciascun partenariato. La pubblicazione “Una panoramica sulla partecipazione italiana nella Sfida sociale 1 Health in Horizon 2020” è disponibile nella sezione del sito APREdati.