– Editoriale, APREmagazine n. 19 –
L’uscita estiva dell’APREmagazine arriva in un fine di luglio infuocato, per tanti versi, che ci proietta a sua volta verso un rientro autunnale anch’esso infuocato per tanti altri motivi. Sul fronte Commissione, gli ultimi mesi dell’anno vedranno la definitiva chiusura dei nuovi programmi di lavoro 2023-24, già in avanzato stato di definizione ma ancora in attesa di almeno un paio di passaggi nei loro rispettivi comitati prima della loro finale adozione, facendo immaginare una loro pubblicazione tra la fine dell’anno e i primissimi mesi del 2023.
Gli R&D Days, iconico momento di confronto per la comunità di Horizon Europe, sono stati riportati nella loro tradizionale collocazione a settembre, ma vengono ancora programmati solo in formato virtuale, retaggio di due anni di pandemia che sembra abbiano lasciato abitudini dure a morire.
I dossier su cui si torna a lavorare a settembre
Nel mentre, tanti dossier vecchi e nuovi restano aperti o si aggiungono sul tavolo. Quelli più politici e strategici, che a ben vedere sembrano avere effetti sistemici e di orientamento e quindi meno impattanti nel quotidiano e quelli invece che sul quotidiano hanno effetti talvolta anche devastanti. Chi di voi si è trovato negli ultimi mesi a portare alla firma il contratto per un nuovo progetto Horizon Europe in un consorzio che comprendesse un partner UK, sa di cosa parlo. Più di una volta mi sono chiesto se la disomogeneità di comportamento assunto da parte dei servizi della Commissione e i cambi di indirizzo che si sono susseguiti in tempi anche brevi sul come gestire la presenza di un partner UK nei progetti, fossero tentativi di competere con sketch di blasonati format televisivi dove la dimensione dello scherzo trovava i suoi massimi surreali.
Come ultima citazione pre-estiva non può mancare il riferimento alle problematiche di gestione che stanno affliggendo l’EIC Accelerator, soprattutto nella sua dimensione di gestione della componente equity. Qui dallo scherzo si rischia di passare al tragico, e il fatto che il Parlamento Europeo stia affilando le sue armi, dà la misura della complessità della situazione. L’augurio è davvero che una breve pausa estiva permetta alla Commissione di tornare al lavoro a settembre forte di idee e soluzioni chiare, inequivocabili e definitive. La comunità degli innovatori europei ha bisogno di essere rassicurata sulla solidità dello strumento, ma soprattutto sulla certezza della regola e la tempestività dell’azione a cui il programma quadro ci ha felicemente abituati.
Se la Commissione affida alla virtualità l’interezza dei suoi R&D Days, in APRE sono iniziate le attività di definizione e programmazione dell’edizione 2022 della Conferenza Annuale che dovrebbe, il condizionale è sempre dovuto in questi casi, segnare il ritorno ad una edizione in presenza. Come da tradizione in APRE, arriviamo alla pausa estiva forti di tanti possibili differenti scenari che, come al solito, prenderanno una loro definitiva forma e sintesi solo alla fine di agosto. Con in mente la data del 25 agosto come giorno del primo lancio ufficiale della Conferenza di quest’anno, non resta molto tempo per chiudere il programma e le prossime settimane saranno decisive per decidere tutti quei principali aspetti che dovranno essere definiti per permetterne il lancio. La tentazione di spoilerare un minimo è forte, ma la censura imposta dalla comunicazione APRE riduce ogni spazio. Almeno… non riempite le vostre agende nell’ultima settimana di ottobre.
Questo editoriale è tratto da APREmagazine n. 19 di Agosto/2022
Buona pausa estiva a tutti voi!